Posa su malta, solette in cls o solai prefabbricati
È sempre sconsigliata (rischio di efflorescenze) e da evitare se è previsto il transito di automezzi.
La rigidezza del supporto e il traffico veicolare frantumano nel tempo la sabbia di allettamento, con un aumento delle parti fini. Quando l’acqua piovana satura lo strato di allettamento le parti fini fuoriescono (“pumping”), si svuotano i giunti, il pavimento “slitta” localmente, lo strato di allettamento si assottiglia e si formano le ormaie per il transito degli autoveicoli.
Per la posa su solai prefabbricati (ad es. per autosilos) richiedere l’apposita documentazione disponibile presso l’ufficio tecnico della SENINI.
Vicinanza di manufatti rigidi
Quando si pavimenta in vicinanza di manufatti rigidi (ad es. pozzetti, pavimenti in cls) la sabbia di allettamento può essere miscelata a secco con cemento (40-50 kg/mc o addirittura in rapporto 1:3) per renderla più rigida e meno soggetta a compattazione successiva.
Drenaggio delle acque e pendenze del pavimento
Lo strato di allettamento non deve riempirsi d’acqua perchè il traffico veicolare può provocare la fuoriuscita della sabbia di intasamento (effetto “pumping”), con conseguente svuotamento dei giunti e perdita dell’autobloccanza. Pertanto devono essere drenate non solo le acque superficiali ma anche quelle presenti nello strato di allettamento e di base.
A titolo indicativo predisporre:
Contenimento laterale della pavimentazione
È fondamentale contrastare le spinte orizzontali dovute al traffico. Di solito si realizza con cordoli posati su fascia in calcestruzzo prima della posa della pavimentazione.
Spessore dello strato di allettamento
Non deve mai essere superiore a 6 cm per evitare il rischio di ormaie.
Condizioni ambientali al momento della posa
Non stendere gli strati di fondazione, di base e di allettamento, a temperature prossime a 0°C (per la possibile formazione di gelo che modifica la portanza dei terreni di sottofondo e della sovrastruttura).
COME OTTENERE UNA BUONA RESISTENZA AL TRAFFICO
La resistenza di una pavimentazione al traffico (“carrabilità”) dipende in gran parte da 4 fattori:
1) Terreno;
2) Granulometria strati di posa;
3) Separazione strati di posa;
4) Compattazione degli strati.
In caso di progettazione inadeguata, gli elementi della pavimentazione, sotto il traffico veicolare, tendono a ruotare rispetto a un asse orizzontale, e quindi a toccarsi sugli spigoli fino al superamento della loro resistenza a compressione. Da queste considerazioni emerge l’importanza di valutare attentamente il terreno a disposizione, i materiali da utilizzare, i loro spessori e le modalità di posa corrette.
Attenzione al terreno
Bisogna porre una grande attenzione alle caratteristiche del terreno sottostante, e in particolare:
• Se è cedevole (si notano avvallamenti per- manenti);
• Se è elastico (al passaggio di un carico pri- ma si comprime e poi si dilata nuovamente, senza avvallamentI permanenti);
• Se contiene alte % di limo o argilla (l’acqua meteorica, la falda e il gelo/disgelo tendono a gonfiare e sgonfiare il terreno).
Curare la granulometria degli strati di posa
La granulometria dello strato di allettamento deve essere in curva.Se è troppo “monogranu- lare”, al passaggio degli autoveicoli le particelle tendono a scorrere e ad accumularsi al centro dei singoli masselli che tendono a “ballare”.
Separare gli strati di posa
Se i materiali dei vari strati non sono in curva, o non è stato usato del geotessuto, lo strato più “grossolano” sottostante assorbe parzial- mente quello “più fine” di allettamento, con la conseguente forma- zione di avvallamenti. La funzione primaria del geotessuto è proprio quella di prevenire questo problema.
Compattare gli strati di posa e il pavimento finito
Se la compattazione dei vari strati di posa e della pavimentazione complessiva non è stata eseguita correttamente, il terreno si
comprimerà progressivamente nel tempo nelle zone di passaggio, evidenziando ormaie e avvallamenti.
Compattazione degli strati di posa Compattazione del pavimento finito